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Conservare il pane

 

“Conservare il pane”
Siccome si preparava il pane una volta all’anno, bisognava adottare un metodo di conservazione adeguato: l’essicazione è quindi una consuetudine acquisita nel tempo.
A tal fine, bisogna fruire di un ambiente secco e ventilato, dove il pane può perdurare anche più anni. Ovviamente questo accadeva di rado, perché lo scopo era piuttosto valutare quantitativamente la produzione annua, in attesa della prossima infornata.
Il solaio costituiva il locale adatto, ove si ponevano su apposite rastrelliere in legno appese al soffitto, i ratelé, i pani appena sfornati.
Le rastrelliere potevano essere semplici o doppie, stando al fatto che fossero dotate di due o quattro filari di traversine, ed essere verticali o orizzontali. Anche la loro lunghezza poteva essere soggetta a variazioni. Capitava di avere difficoltà nel riporre i pani troppo lievitati, di eccessiva dimensione, che non si riusciva ad infilare nelle traversine.

Gli uccelli o i topi che riuscivano a raggiungere le travi del tetto e a scendere lungo le rastrelliere, potevano costituire un problema, ecco la ragione per cui si costruivano ombrelli di lamiera per porle al riparo.

 

GLOSSARIO

Portapane sospeso Ratelì/pan-atì/rahelì/ratelé
Ratelier supporto che serviva a far seccare il pane di segale Ratelé
Bastoncini rotondi in legno che supportano i pani di segale Le den di ratelé